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1 mese fa
Cari amici, è risputo che alcuni temi mi attirano molto, specialmente se si rischia confusione normativa.
Vi espongo il caso e se volete ci ragioniamo. Ho aperto anche il quesito all'Agenzia delle Entrate.
Cornice: Cooperativa edilizia, che a fine dello scopo sociale, costruito un immobile, ancora prima dell'agibilità e del rogito che farebbe nascere il condominio, vedendo così applicare il relativo mondo normativo, consegna le chiavi ai soci assegnatari e nomina, da costruttore il "primo amministratore", che chiede attribuzione all'AGE del codice fiscale. La chiede con il verbale di sua nomina di consulente facente funzione di "futuro amministratore del condominio", dopo il rogito.
ora i soci assegnatari entrano nei loro immobili, firmando un documento di consegna chiavi, dove si impegnano a "non vivere" nel condominio e di usare gli stessi solo per arredarli.
Vengono attivati gli ascensori, ma senza collaudo e documenti, perchè non si può traslocare senza. E già qui problemi.
Ma il problema maggiore lo si ha perchè il così detto futuro amministratore, ha di fronte a se il muro di 3 persone del CDA della cooperativa, che decide tutto, senza confrontarsi con un'assemblea, come la normativa condominiale vorrebbe. Nessun preventivo, nessuna decisione assembleare.
Ora: l'immoble costruito, "abitato", vive i problemi di uno start up, con tutte le utenze da attivare, ma non ha ancora indefinito i millesimi. Quindi non c'è consapevolezza di costi di esercizio per i condomini, tenuti all'oscuro dal CDA.
Che ne pensate? Io dopo 6 mesi mi sono dimesso. Troppe responsabilità. Voi che avreste fatto? Il tema è interessante dal punto di vista giuridico.
Cordiali saluti
Alberto
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